Alimenti e led: guida all'uso sicuro
Alimenti: nel panorama dell'illuminazione professionale contemporanea, l'utilizzo delle strip led in ambienti dove è presente il cibo rappresenta una sfida tecnica di notevole importanza. Ristoranti, bar, cucine professionali e punti vendita alimentari ricorrono sempre più frequentemente a soluzioni di illuminazione a led per valorizzare esteticamente i propri spazi e i prodotti esposti. Tuttavia, la vicinanza tra sorgenti luminose e sostanze alimentari richiede una conoscenza approfondita delle tecnologie, delle normative e delle buone pratiche di installazione.
Questo articolo, frutto di anni di esperienza di Ledpoint nel settore dell'illuminazione professionale, si propone come guida definitiva per professionisti del settore alimentare, installatori e progettisti, affrontando in maniera dettagliata ogni aspetto cruciale: dalla scelta di led privi di emissioni indesiderate alla corretta temperatura di colore, dalle distanze di sicurezza alla dissipazione termica, fino alla protezione in ambienti umidi. L'obiettivo è fornire tutte le informazioni necessarie per implementare soluzioni di illuminazione che siano non solo esteticamente valide, ma soprattutto sicure per gli alimenti e conformi alle normative vigenti.
Alimenti: come illuminarli nelle cucine professionali, bar e ristoranti
L'adozione di sistemi di illuminazione a led in ambienti professionali dedicati alla preparazione, conservazione ed esposizione di alimenti ha rivoluzionato l'approccio alla progettazione illuminotecnica in settori come la ristorazione, la grande distribuzione alimentare e l'ospitalità. Le motivazioni sono molteplici e comprendono l'efficienza energetica, la lunga durata, la flessibilità di installazione e le possibilità creative offerte dalle strisce LED.
Tuttavia, questo contesto applicativo presenta peculiarità e criticità uniche che devono essere comprese a fondo. La luce non è più solo un mezzo per rendere visibili gli ambienti e i prodotti, ma diventa un elemento che interagisce direttamente con sostanze alimentari, potenzialmente influenzandone percezione, conservazione e sicurezza. In questa sezione esploreremo i diversi scenari applicativi, le esigenze specifiche di ogni contesto e le tendenze del mercato professionale.
Cucine professionali: illuminazione funzionale e sicurezza
Nelle cucine professionali, l'illuminazione deve assolvere a molteplici funzioni contemporaneamente: garantire una visibilità ottimale per le operazioni di preparazione degli alimenti, contribuire alla sicurezza degli operatori, resistere a condizioni ambientali spesso critiche (calore, umidità, grassi) e, non ultimo, integrarsi esteticamente con gli ambienti sempre più curati delle cucine moderne.
Le strip ledtrovano in questo contesto applicazioni diversificate: dall'illuminazione sottopensile delle postazioni di lavoro all'illuminazione di vani e celle frigorifere, dalla valorizzazione di isole espositive alla delimitazione di percorsi. Ogni applicazione richiede caratteristiche tecniche specifiche, soprattutto quando le sorgenti luminose si trovano in prossimità diretta o indiretta di alimenti. La scelta errata di un prodotto può comportare rischi per la sicurezza alimentare, come il surriscaldamento di superfici di lavoro o l'alterazione delle caratteristiche organolettiche dei cibi.
Normative di riferimento per le cucine professionali
L'installazione di sistemi di illuminazione in ambienti destinati alla manipolazione di alimenti è regolamentata da una complessità di normative che variano a livello nazionale, regionale e talvolta comunale. A livello europeo, il Regolamento (CE) n. 852/2004 sull'igiene dei prodotti alimentari stabilisce requisiti generali per tutte le fasi della produzione, trasformazione e distribuzione degli alimenti, inclusi gli impianti e le attrezzature. Le superfici a contatto con gli alimenti devono essere lisce, lavabili, non tossiche e resistenti alla corrosione.
Sebbene le sorgenti luminose non siano tipicamente in contatto diretto, la loro vicinanza impone precauzioni. Inoltre, norme tecniche come la CEI EN 60598-1 (che specifica i requisiti per apparecchi di illuminazione) e la CEI EN 62471 (che valuta la sicurezza fotobiologica delle lampade e dei sistemi di lampade) forniscono indicazioni cruciali. L'illuminazione in ambienti umidi o bagnati deve possedere un grado di protezione IP adeguato, come specificato dalla norma CEI EN 60529.
Bar e ristoranti: atmosfera e valorizzazione del cibo
Nei bar e nei ristoranti, l'illuminazione svolge un duplice ruolo fondamentale: creare l'atmosfera giusta per l'esperienza del cliente e valorizzare al massimo la presentazione dei piatti e delle bevande. Numerosi studi di marketing sensoriale dimostrano come la temperatura di colore della luce influenzi direttamente la percezione del sapore, dell'appetibilità e del valore percepito di un alimento.
Una luce troppo fredda e ricca di componenti blu può rendere un piatto di carne meno invitante, mentre una luce calda può esaltare i colori di un dessert a base di frutta. Le strip led grazie alla loro flessibilità e alla vasta gamma di temperature di colore disponibili, offrono opportunità straordinarie per il lighting design. Tuttavia, quando installate in prossimità di banconi espositivi, vetrine refrigerate o tavoli, è essenziale considerare non solo l'effetto estetico, ma anche l'assenza di emissioni dannose e il controllo della temperatura superficiale.
Applicazioni decorative a contatto con ambienti alimentari
L'uso decorativo delle strisce LED in bar e ristoranti è ormai ubiquo: illuminazione sottobanco che crea un effetto di leggerezza, contorni luminosi di mensole espositive, retroilluminazione di back-bar o di pannelli divisori. Spesso, queste installazioni decorative si trovano a distanze ridotte da bicchieri, bottiglie, piatti o alimenti esposti.
È quindi imperativo selezionare prodotti che, anche se non classificati come "a contatto con alimenti", siano progettati con materiali che non emettano sostanze volatili in caso di surriscaldamento e che siano facilmente pulibili e igienizzabili. I profili in alluminio per strip led, disponibili nel catalogo di LEDpoint.it in numerose forme e finiture, diventano in questo contesto non solo un elemento estetico e di diffusione della luce, ma una componente di sicurezza fondamentale per isolare la sorgente luminosa e dissipare efficacemente il calore.
Punti vendita e grande distribuzione
Supermercati, gastronomie, macellerie e pescherie utilizzano massicciamente l'illuminazione LED per illuminare i prodotti alimentari in vendita. Banchi frigo, vetrine refrigerate, reparti ortofrutticoli e di gastronomia sono ambienti dove le strip LED lavorano spesso in condizioni estreme di bassa temperatura e alta umidità.
In questi casi, la protezione IP65 o superiore è spesso un requisito obbligatorio per prevenire l'ingresso di umidità e condensa all'interno del sistema. Inoltre, la luce deve "raccontare" il prodotto nel modo più veritiero possibile: una temperatura di colore errata può alterare il colore di un taglio di carne o di un pesce, trasmettendo un'impressione di scarsa freschezza. L'assenza di emissioni UV è critica in questi contesti, poiché alcune tipologie di alimenti (come i salumi o i formaggi) possono subire degradazioni o ossidazioni accelerate dalla luce ultravioletta.
Alimenti: come scegliere led sicuri
La scelta di una striscia led da installare in prossimità di alimenti non può basarsi esclusivamente su parametri come lumen, efficienza o prezzo. È necessario un approccio tecnico che consideri tre aspetti fondamentali: le emissioni spettrali indesiderate (nello specifico, infrarosso e ultravioletto), l'impatto della temperatura di colore sulla percezione visiva del cibo, e la gestione del calore generato.
Questi fattori, se trascurati, possono compromettere la sicurezza alimentare, l'esperienza del consumatore e la durabilità stessa dell'installazione. In questo capitolo, analizzeremo nel dettaglio ciascuno di questi aspetti, fornendo criteri di selezione chiari e riferimenti a prodotti specifici del catalogo LEDpoint.it che soddisfano i requisiti più stringenti per applicazioni nel settore alimentare.
Emissioni IR e UV: cosa sono e perché sono critiche poste vicino al cibo
I diodi led emettono luce in una banda spettrale relativamente stretta, a differenza delle sorgenti tradizionali come le alogene o le incandescenti che emettono uno spettro continuo. I led bianchi moderni sono tipicamente realizzati combinando un diodo a emissione blu con un fosforo giallo, ottenendo così luce bianca. Tuttavia, processi di conversione imperfetti o componenti di bassa qualità possono portare a emissioni residue nella banda dell'ultravioletto (UV, 100-400 nm) e dell'infrarosso (IR, >700 nm).
Mentre l'IR è principalmente associato all'emissione di calore radiante, l'UV può avere effetti fotochimici dannosi. Per applicazioni generiche, queste emissioni residue sono spesso trascurabili, ma in presenza di alimenti possono diventare significative.
Rischi associati alle emissioni UV sugli alimenti
Le radiazioni ultraviolette, anche a bassi livelli, possono accelerare processi di degradazione in molti alimenti. I principali meccanismi sono:
1. foto-ossidazione dei lipidi: gli UV possono innescare reazioni che portano all'irrancidimento di oli e grassi, compromettendo sapore, aroma e valore nutrizionale;
2. degradazione delle vitamine: vitamine sensibili alla luce come la riboflavina (B2), la vitamina A e l'acido ascorbico (C) possono deteriorarsi;
3. alterazione dei pigmenti: i coloranti naturali di carne, pesce, frutta e verdura (come la mioglobina, la clorofilla e i carotenoidi) possono subire scolorimento;
4. formazione di composti indesiderati: in alcune proteine, l'esposizione a UV può favorire la formazione di composti potenzialmente dannosi.
Pertanto, per applicazioni in prossimità diretta di alimenti, è fondamentale selezionare strip LED che garantiscano l'assenza totale o livelli minimi trascurabili di emissione UV. LEDpoint.it offre linee specifiche di strisce LED ad alto indice di resa cromatica (CRI >90) e con spettro controllato, ideali per l'illuminazione di alimenti, dove la componente UV è stata accuratamente filtrata attraverso la selezione dei fosfori e l'uso di materiali per l'incapsulamento del chip che bloccano queste lunghezze d'onda.
Rischi associati alle emissioni IR e al calore radiante
L'emissione infrarossa è energia termica radiante. Anche se i LED sono molto più efficienti delle lampade tradizionali (convertono più energia in luce visibile e meno in calore), il chip LED stesso genera calore che deve essere dissipato. Un'emissione IR diretta, sebbene generalmente bassa nei LED, unita al calore condotto dalla striscia alle superfici vicine, può:
1. aumentare localmente la temperatura degli alimenti, favorendo la proliferazione batterica se ci si trova nella "zona di pericolo" tra 4°C e 60°C.
2. disidratare superfici alimentari esposte, compromettendo texture e aspetto.
3. accelerare reazioni chimiche di degradazione.
Per questo, oltre a scegliere LED efficienti (con alta efficienza lm/W, che indica meno energia dispersa in calore), è indispensabile abbinarli a un sistema di dissipazione adeguato. I profili in alluminio non sono optional, ma componenti essenziali di sicurezza. Nel catalogo Ledpoint, le strisce led ad alta efficienza, abbinate ai profili estrusi con alettatura, garantiscono che il calore generato venga allontanato dal chip e disperso nell'ambiente, mantenendo bassa la temperatura della superficie esposta a contatto con l'ambiente alimentare.
Temperatura di colore: scienza e percezione del cibo
La temperatura di colore correlata (CCT), misurata in Kelvin (K), descrive la tonalità della luce bianca. Una bassa CCT (es. 2700K-3000K) corrisponde a una luce "calda", simile a quella del tramonto o di una lampada ad incandescenza, con una componente maggiore nelle lunghezze d'onda rosse e arancioni. Una CCT alta (es. 5000K-6500K) produce una luce "fredda", simile alla luce diurna di mezzogiorno, con una componente maggiore nel blu. La scelta della CCT in un ambiente alimentare non è puramente estetica, ma influisce profondamente sulla percezione visiva della freschezza, dell'appetibilità e del colore reale del cibo.
L'effetto della luce fredda (alto contenuto di blu) sugli alimenti
Le luci con CCT superiore a 4000K, ricche di componente blu, tendono a:
1. alterare i colori caldi: la carne rossa può apparire spenta, grigiastra o poco fresca; i prodotti da forno possono sembrare pallidi;
2. esaltare i colori freddi: possono rendere più vividi il bianco del pesce o il verde di alcune verdure, ma in modo innaturale;
3. creare un'atmosfera asettica: percepita come più adatta a laboratori o ospedali che a un ambiente di ristorazione accogliente;
4. potenziale effetto psicologico di riduzione dell'appetibilità. Per la maggior parte delle applicazioni di ristorazione (sale, tavoli, banconi), la gamma 2700K-3000K è considerata ideale, poiché riscalda i toni della pelle umana e degli alimenti, creando un'atmosfera invitante.
Per aree di lavoro più funzionali in cucina o per l'illuminazione di alcuni reparti specifici (es. pescheria, dove si vuole evidenziare la freschezza e la brillantezza), si può salire a 3500K-4000K. Le strisce LED con CCT regolabile (Tunable White), disponibili su LEDpoint.it, offrono la massima flessibilità, permettendo di adattare l'illuminazione alle diverse esigenze della giornata (es. luce più fredda e energica durante le preparazioni, più calda e accogliente durante il servizio).
Indice di resa cromatica (CRI e R9): mostrare i veri colori del cibo
La CCT indica solo la tonalità del bianco, ma non dice quanto bene quella luce riveli i colori reali degli oggetti illuminati. Questa qualità è misurata dall'Indice di Resa Cromatica (CRI o Ra), su una scala da 0 a 100. Un CRI superiore a 80 è considerato buono, ma per applicazioni alimentari si consiglia vivamente un CRI >90, meglio se >95.
Tuttavia, il CRI standard (Ra) è una media di 8 campioni di colore, nessuno dei quali è un rosso saturo. Per gli alimenti, il valore R9 (che misura la resa del rosso) è critico. Una lampada con alto Ra ma basso R9 renderà male la carne, il pomodoro, le fragole. I prodotti specifici per l'illuminazione alimentare garantiscono non solo un CRI >90, ma anche un R9 >50 (spesso >80), assicurando che i rossi degli alimenti appaiano vividi, naturali e appetitosi.
Note di sicurezza: distanza, installazione e dissipazione
La tecnologia led più avanzata può essere vanificata da un'installazione approssimativa o errata. La sicurezza degli alimenti in presenza di illuminazione a led dipende in larga misura da come il sistema viene fisicamente implementato. In questa sezione, entreremo nel dettaglio operativo delle tre principali misure di sicurezza: il mantenimento di una distanza minima tra sorgente e alimenti, l'utilizzo obbligatorio di profili in alluminio per la dissipazione termica e meccanica, e l'applicazione di norme di cablaggio e alimentazione che garantiscano stabilità e prevenzione dei guasti. Forniremo linee guida pratiche, distanze raccomandate e riferimenti ai prodotti di installazione più adatti disponibili su LEDpoint.it.
Distanza minima dagli alimenti: linee guida
Non esiste una distanza universale valida per tutte le installazioni, poiché dipende da molteplici fattori:
1. potenza della strip led(W/m): una striscia da 14.4W/m genera più calore di una da 4.8W/m;
2. tipo di installazione: una strip incassata in un profilo chiuso con diffusore disperde calore meno efficientemente di una installata su un profilo aperto con alettatura;
3. materiale della superficie di appoggio: il legno isola termicamente, il metallo conduce e può diventare esso stesso una superficie calda.
4. ventilazione ambientale: in un mobile chiuso, il calore si accumula.
5. temperatura ambiente: una cella frigorifera ha esigenze opposte a quelle di un ambiente caldo di cucina. Come regola generale cautelativa, si consiglia una distanza minima di 20-30 cm tra la strip LED e qualsiasi superficie a diretto contatto con alimenti non confezionati. Tuttavia, questa distanza può essere ridotta se si utilizzano prodotti a bassa potenza (< 10W/m) e se il sistema di dissipazione è eccellente (profili in alluminio di alta qualità).
Per applicazioni critiche, come l'illuminazione all'interno di una vetrina per dolci o sopra un banco gastronomia, è possibile effettuare una misurazione sperimentale: installare il sistema, accenderlo a pieno regime per alcune ore in condizioni di esercizio normali, e misurare con un termometro a infrarossi la temperatura della superficie più vicina al cibo. Questa temperatura non dovrebbe superare i 40°C in ambienti normali, e deve rimanere ben al di sotto della "zona di pericolo" per i cibi deperibili.
Calcolo termico semplificato per installatori
Per una valutazione più tecnica, si può stimare l'innalzamento di temperatura. Una strip led di qualità converte circa il 70-80% dell'energia elettrica in luce visibile. Il restante 20-30% diventa calore condotto attraverso il nastro. Se una strip da 14.4W/m dissipa il 25% in calore, sono 3.6W/m di calore da smaltire. Un profilo in alluminio estruso di buona qualità ha una resistenza termica di circa 2-3 K/W per metro. Ciò significa che la temperatura del profilo supererà quella ambiente di circa (3.6W/m * 2.5K/W) = 9°C per metro.
Se la temperatura ambiente è 25°C, il profilo sarà a circa 34°C. Questa è la temperatura da considerare per la distanza dalla superficie alimentare. Senza profilo, il nastro adesivo sul retro della strip isola termicamente, il chip led può superare gli 80-100°C, trasferendo calore per irraggiamento e conduzione all'aria e agli oggetti vicini in misura molto maggiore.
Profili in alluminio: tipologie, scelta e installazione
L'alluminio possiede una combinazione unica di proprietà: eccellente conduttività termica (circa 200 W/mK), leggerezza, resistenza alla corrosione (specie se anodizzato), facilità di lavorazione e aspetto professionale. Il suo utilizzo come dissipatore (heatsink) per le strip LED è fondamentale perché:
1. abbassa la temperatura di giunzione (Tj) del chip LED: mantenere la Tj entro i limiti specificati dal produttore (solitamente < 85°C) è essenziale per garantire la durata dichiarata (es. 50.000 ore L70) e prevenire il decadimento precoce del flusso luminoso (lumen depreciation);
2. riduce il calore irradiato verso l'ambiente: assorbendo il calore dal nastro e distribuendolo lungo tutta la sua lunghezza, il profilo si riscalda in modo uniforme ma con una temperatura superficiale molto inferiore a quella che avrebbe il chip nudo;
3. protegge meccanicamente i componenti elettronici: i led e i resistori sono al sicuro da urti, schizzi e polvere;
4. fornisce una base rigida e stabile per l'installazione.
Ledpoint offre una gamma vastissima di profili: angolari, a canale, piani, flessibili, con diffusori opal, trasparenti o microprismatici per vari angoli di apertura. Per applicazioni alimentari, si consigliano profili con diffusore (grado di protezione IP20 o superiore) per evitare l'ingresso di grassi, polveri o liquidi, e facilitare la pulizia della superficie liscia del diffusore stesso.
Guida alla scelta del profilo
La scelta del profilo dipende dall'applicazione:
• per illuminazione sottopensile in cucina: profili angolari o a canale piatto con diffusore opal per una luce morbida e diffusa.
• per illuminazione di banconi espositivi o vetrine: profili a canale sottile con diffusore trasparente per massimizzare l'output luminoso e creare una linea di luce netta.
• per ambienti umidi o soggetti a lavaggi (celle frigo, lavastoviglie professionali): profili con grado di protezione IP67 o IP68, con guarnizioni in silicone e diffusori sigillati.
• per dissipazione massima (strip ad alta potenza >20W/m): profili estrusi con ampia alettatura.
Una regola pratica: la superficie del profilo (specialmente la parte a contatto con l'aria) dovrebbe essere proporzionale alla potenza dissipata. Più potente è la strip, più grande e alettato deve essere il profilo.
Alimentatori, dimmer e controlli: stabilità e sicurezza elettrica
L'alimentatore (driver o power supply) è il cuore del sistema. Deve essere dimensionato correttamente (potenza nominale almeno pari al 120% del consumo totale delle strip collegate), deve avere le certificazioni di sicurezza necessarie (CE, RoHS, per ambienti alimentari spesso anche UL o altre) e deve essere adatto all'ambiente di installazione.
Per cucine professionali, si consigliano alimentatori con classe di protezione IP65 o IP67 se installati in zone soggette a schizzi o lavaggi, oppure alimentatori in cabinet metallico ventilato da installare in quadri elettrici lontani da fonti di calore e umidità. Gli alimentatori "plug & play" con connettori impermeabili sono ideali per installazioni rapide in mobili espositivi.
Dimmerazione e controllo in ambienti alimentari
La regolazione dell'intensità luminosa (dimmerazione) è comune in bar e ristoranti per modulare l'atmosfera. È fondamentale utilizzare dimmer compatibili con la tecnologia della strip led scelta (PWM per led a tensione costante, driver dimmerabili per led a corrente costante). Un dimmer di bassa qualità può causare flicker, ronzio o funzionamento instabile. Per applicazioni professionali, i sistemi di controllo DALI o DMX offrono la massima flessibilità e precisione. In ogni caso, i componenti di controllo devono essere installati in zone asciutte e accessibili, mai a diretto contatto con zone di preparazione alimentare dove potrebbero essere contaminati.
Alimenti e ambienti umidi: il grado di protezione IP
Il grado di protezione IP, definito dalla norma internazionale IEC 60529, classifica il livello di protezione di un'apparecchiatura elettrica contro l'ingresso di solidi (prima cifra) e liquidi (seconda cifra). In ambienti dove sono presenti alimenti, l'umidità è un fattore costante: dalla condensazione nelle celle frigorifere agli schizzi nelle zone di lavaggio, dalla vapore delle cucine ai lavaggi aggressivi dei locali per l'igiene.
Sottovalutare il grado IP può portare a guasti prematuri, cortocircuiti e rischi di sicurezza. In questo capitolo finale, esamineremo nel dettaglio cosa significano i vari codici IP, come scegliere quello giusto per ogni zona di un locale alimentare, e presenteremo le soluzioni specifiche ad alta protezione disponibili su Ledpoint, focalizzandoci sull'IP65 come standard minimo per molte applicazioni critiche.
Decodificare il codice IP: cifre e significato
Vediamo ora come sia possibile codificare questi codici.
Protezione contro i corpi solidi (prima cifra, da 0 a 6)
La prima cifra indica la protezione contro l'ingresso di corpi solidi estranei e il contatto con parti pericolose. Le classi rilevanti per le nostre applicazioni sono:
IP2X: protezione contro oggetti di diametro superiore a 12,5 mm (es. dita). Non adatta per ambienti con polveri alimentari;
IP5X: protezione contro la polvere. L'ingresso di polvere non è completamente impedito, ma non deve entrare in quantità tale da interferire con il funzionamento;
IP6X: polvere-sicuro. Nessuna ingresso di polvere. È il massimo livello. Per le strip LED installate in profili con diffusore chiuso, si raggiunge tipicamente IP20 (solo protezione contatto), ma se il profilo è ben sigillato, può arrivare a IP5X o IP6X.
Protezione contro i liquidi (seconda cifra, da 0 a 9K)
Questa è la cifra cruciale per gli ambienti umidi. Le classi più comuni sono:
IPX0: nessuna protezione;
IPX4: protezione contro schizzi d'acqua da ogni direzione. Adatto per zone soggette a schizzi occasionali (es. vicino a un lavello in un bar);
IPX5: protezione contro getti d'acqua (12,5 l/min da ugello di 6,3mm a 3m di distanza). Per zone di lavaggio con idropulitrice a bassa pressione;
IPX7: protezione contro l'immersione temporanea (fino a 1m per 30 min). Per elementi che potrebbero essere completamente sommersi durante la pulizia.;
IP65: questo codice combinato significa "completamente protetto contro la polvere (6)" e "protetto contro getti d'acqua (5)".
È lo standard di riferimento per l'illuminazione in molte aree alimentari professionali, come cucine, celle frigo, magazzini ortofrutticoli e zone di lavaggio attrezzature.
Applicazioni pratiche: dove serve l'IP65 (e dove serve di più)
Le cucine professionali richiedono una strip adeguatamente protetta, tenendo conto che ogni zona ha delle sue specifiche necessità.
Cucine professionali e zone di preparazione
In cucina, le strip led possono essere installate sotto cappe aspiranti, sopra piani cottura (a sufficiente distanza!), o in zone di lavaggio verdure. Schizzi d'acqua, grasso aerosolizzato e vapore sono all'ordine del giorno. L'IP65 garantisce che nessun contaminante penetri nel profilo, compromettendo l'elettronica o creando un ambiente umido favorevole a muffe e batteri all'interno del sistema luminoso stesso.
In queste zone, oltre alla protezione IP, è consigliabile utilizzare strip LED con rivestimento in silicone conformale (come le serie IP67 di Ledpoint), che protegge ulteriormente i componenti SMD da corrosione e cortocircuiti causati da sali e acidi presenti nell'ambiente.
Celle frigorifere, frigo display e banchi frigo
Questi ambienti presentano una sfida duplice: bassa temperatura continua e altissimo tasso di umidità/condensa. L'escursione termica quando le porte si aprono può causare formazione di ghiaccio. Un sistema IP20 qui fallirebbe in pochi giorni. Le strip led IP65 o IP67 sigillate in profili con guarnizioni in silicone sono obbligatorie.
Inoltre, i led stessi devono essere progettati per operare a basse temperature (i driver spesso hanno un range di temperatura d'esercizio specificato, ad es. -25°C ~ +50°C). Trovi in ogni scheda tecnica allegata ai prodotti proposti da Ledpoint anche le temperature di esercizio a cui i prodotti possono essere esposti.
Bar, pasticcerie e zone espositive con presenza di liquidi
Nei bar, le strip led illuminano spesso lo spazio sotto lo scolapiatti, le vasche di lavaggio bicchieri o i banconi dove si versano bevande. Una striscia IP20 installata sottobanco in queste zone sarebbe esposta a rischi continui. L'IP65 fornisce la tranquillità necessaria. Allo stesso modo, nelle vetrine di pasticceria o gastronomia, l'umidità rilasciata dagli alimenti umidi (insalate, dessert a base di crema) può condensare sulle superfici più fredde, inclusi i profili illuminati. Un sistema IP65 protegge da questo fenomeno.
Installazione e manutenzione di sistemi IP65/67
Acquistare una strip LED IP65 non garantisce che l'intera installazione lo rimanga. La tenuta stagna dipende da:
1. giunzioni e connettori: utilizzare sempre connettori impermeabili dello stesso grado IP della strip (es. connettori a crimpare con guarnizione in gomma e fascetta stringicavo). Saldature, se esposte, devono essere protette con tubo termoretraibile e silicone neutro alimentare (se a contatto con ambienti alimentari);
2. estremità della strip: le estremità delle strisce IP65 devono essere sigillate con i tappi in silicone forniti o con resina sigillante;
3. profilo e diffusore: assicurarsi che il diffusore sia correttamente inserito nella guarnizione del profilo e che le viti di chiusura siano serrate uniformemente; 4. punti di fissaggio: evitare di forare il profilo in punti che comprometterebbero la tenuta. Utilizzare le staffe di fissaggio previste dal costruttore.
É essenziale per cui tenere conto, per le strisce ad alta protezione, che vi siano tutti gli accessori compatibili (connettori, tappi, profili) necessari per un'installazione a regola d'arte che preservi il grado di protezione dichiarato.
Pulizia e manutenzione in sicurezza
Uno dei vantaggi dei sistemi IP65 è proprio la facilità di pulizia. La superficie liscia del diffusore (solitamente in policarbonato o PMMA) può essere detersa con panni umidi e detergenti neutri comuni nell'industria alimentare, senza timore che liquidi penetrino. È importante evitare detergenti abrasivi o solventi aggressivi che potrebbero opacizzare il diffusore. Durante le operazioni di pulizia approfondita con idropulitrice, è comunque buona norma non dirigere il getto ad alta pressione direttamente sulle giunzioni o sui connettori, anche se IP65, per prolungarne la durata.
Alimenti: illuminare con responsabilità
L'illuminazione a led in ambienti alimentari professionali non è un semplice esercizio di stile, ma una responsabilità tecnica e igienica. Come abbiamo approfondito in questa guida, la sicurezza degli alimenti passa attraverso la comprensione e l'applicazione di principi che vanno oltre la semplice scelta di una striscia luminosa.
Riassumendo i punti cardinali:
1. priorità alla sicurezza spettrale: selezionare sempre led ad alta resa cromatica (CRI >90, R9 alto) e privi di emissioni UV residue, fondamentali per non alterare i cibi;
2. controllo della temperatura di colore: preferire temperature calde (2700K-3500K) per la maggior parte degli ambienti di ristorazione, utilizzando luci più fredde solo dove necessario per ragioni funzionali;
3. dissipazione termica non negoziabile: l'utilizzo di profili in alluminio di qualità non è un optional estetico, ma un componente di sicurezza critico per allontanare il calore dagli alimenti e garantire la durata del led;
4. rispetto delle distanze minime: valutare caso per caso, ma adottare come linea guida cautelativa i 20-30 cm, riducibili solo con sistemi a bassa potenza e ottima dissipazione;
5. protezione dagli agenti ambientali: nelle zone umide, a rischio schizzi o condensa, l'IP65 è lo standard minimo raccomandato. Per ambienti estremi (lavaggio intensivo, celle frigorifere) considerare IP67 o superiore.
Ledpoint, con il suo catalogo articolato e il supporto specializzato, mette a disposizione dei professionisti tutti gli strumenti – prodotti, conoscenza, accessori – per realizzare impianti di illuminazione che uniscano estetica, efficienza e, soprattutto sicurezza per gli alimenti ed i consumatori. Investire in una progettazione attenta e in prodotti di qualità non è solo una scelta tecnica, ma un segno distintivo di rispetto per il cliente finale.